Breakthrough Starshot: nano-sonde verso le stelle
Nasce il progetto Starshot: Hawking, Milne e Zuckerberg hanno annunciato che la Breakthrough Initiatives finanzierà i primi studi per l’invio di nano sonde in altri sistemi stellari. Potrebbe segnare una grande svolta nell’esplorazione dello spazio.
Breakthrough Initiatives è un programma scientifico, nato nel 2015, che mira alla scoperta di possibili segnali provenienti da civiltà extraterrestri. Dopo Listen e Message, che si occupavano proprio di ricevere ed inviare segnali a queste ipotetiche civiltà, nasce Starshot, che mira ad inviare nano-sonde di pochi grammi nello spazio interstellare, verso lo studio di altri mondi.
Razzi atomici? Motori ad antimateria? No, queste sonde andrebbero a vela, spinte dai venti solari e la loro bassissima massa permetterebbe di viaggiare a grandi velocità, circa il 20% della velocità della luce.
Ciò significa che ad esempio per raggiungere Proxima Centauri, lontana 4,2 anni luce, ci vorrebbero appena 20 anni: molto poco per raggiungere un altro sistema solare, nel quale potranno scattare fotografie e raccogliere dati su altri mondi.
Nel comunicato ufficiale si legge che Starshot si propone di partire con 100 milioni di dollari, proprio per studiare la possibilità di questo viaggio verso Alpha Centauri.
Le nanosonde si comporranno di due parti principali:
–Starchip: il corpo della sonda, composto da componenti microelettronici tra cui fotocamera, misuratore di fotoni, batterie, equipaggiamento di navigazione e comunicazione.
–Starsail: leggere e sottili vele grandi circa un metro e non più spesse di poche centinaia di atomi.
Queste nanosonde sarebbero lanciate con l’utilizzo di cannoni laser, usando pochi gigawatt di energia.
La fase di ricerca ed ingegneria del progetto dovrebbe durare qualche anno, ma poi saremo pronti per Alpha Centauri. La missione richiederebbe un grande budget, necessitando delle seguenti operazioni:
–Costruzione di un cannone laser di circa un chilometro, ad elevata altitudine e condizioni secche
–Generazione e accumulazione di pochi gigawatt di energia per lancio
–Lancio di una nave madre che contenga migliaia di nanosonde e che resti in alta orbita terrestre
–Ottica adattiva per compensare in tempo reale gli effetti atmosferici
–Concentrazione di un raggio di luce sulla vela per accelerare per alcuni minuti le singole nanosonde alla velocità richiesta
-Dopo l’arrivo della nanosonda all’obiettivo, cattura delle immagini e dei dati e ritrasmissione verso terra usando un mezzo di comunicazione compatto. Lo stesso cannone laser potrebbe essere riutilizzato per ricevere i dati dalla nanosonda, a 4 anni di distanza.
Rappresenta senz’altro una significativa sfida ingegneristica, e sicuramente molti dettagli saranno cambiati e rivisti. Ad ogni modo, la maggior parte degli elementi chiave sono già disponibili e attendono solamente di essere utilizzati.
Per poter riuscire, il progetto richiede però la collaborazione e cooperazione internazionale tra tutte le agenzie che operano nell’ambito astronautico, cooperazione auspicabile e necessaria per il futuro dell’uomo nello spazio (e non solo).
Siamo probabilmente ad una svolta epocale per quanto riguarda lo studio dell’universo e dei mondi a noi più vicini. Chissà che un giorno non saremo in grado di viaggiare anche fisicamente verso questi nuovi mondi?
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