Si possono prevedere i terremoti?
I terremoti sono da sempre una delle peggiori calamità naturali per gli insediamenti urbani. Poterli prevedere sarebbe un’arma potentissima per difendersi dalla loro distruttività, ma per molti studiosi si tratta di una chimera.
Innanzitutto: cos’è un terremoto? Un terremoto è un moto ondoso della crosta terrestre che si sviluppa nel momento in cui i moti tettonici producono tra le rocce una forza tale da provocarne la frattura improvvisa.
Il terremoto si sviluppa a partire da un punto, detto ipocentro e si propaga fino alla superficie. Il corrispondente punto superficiale prende il nome di epicentro.
Esistono essenzialmente due approcci allo studio della prevedibilità dei terremoti: uno probabilistico ed uno deterministico. Per previsione si intende in ogni caso un’affermazione circa la probabilità che un terremoto avvenga in un determinato lasso di tempo.
Approccio probabilistico
Studio della possibilità di prevedere i terremoti tramite la loro frequenza passata. Semplificando molto: se ogni 50 anni in un luogo si presentasse un terremoto di magnitudo 6, allora potrei fare una previsione circa il prossimo terremoto. Si tratta di un metodo semplice in linea di principio, ma non attuabile nella realtà. Nella realtà infatti calcoli di questo tipo, basati su calcoli empirici, portano comunque ad un grande errore nella variabile temporale, principalmente poiché i terremoti sono fenomeni troppo rari per poterne fare una buona statistica. Tuttavia ciò non significa che sia un metodo inutile: la mappa di pericolosità sismica è uno strumento molto utile a fini legislativi per sapere dove è più impellente agire per rendere le infrastrutture più adatte per la ricezione di onde sismiche.
Approccio deterministico
Si basa sullo studio di eventuali segnali precursori del terremoto. Secondo questa teoria, prima del sisma, le rocce si deformano con una certa accelerazione e generano alcuni segnali caratteristici, tanto più intensi quanto il terremoto è forte.
I segnali sono di vario tipo: cambiamenti idrologici, segnali elettromagnetici, rilascio anomalo di gas (radon) o calore. Sfortunatamente, ad oggi nessuno di questi segnali è risultato sufficientemente affidabile da poter essere utilizzato per la predizione di un numero sufficiente di eventi.
I dati dei GPS non hanno in realtà mai misurato l’accelerazione della deformazione, ma le variabili da tenere in considerazione sono moltissime.
Ad ogni modo il dibattito su molte questioni riguardanti i terremoti è ancora aperto. Non sappiamo se riusciremo mai a prevedere i terremoti, ma una cosa che sappiamo per certo è che possiamo prevedere almeno in parte gli effetti che questi avrebbero sugli edifici che costruiamo.
Per approfondire:
Le Scienze delle Previsioni: Perché è difficile prevedere i terremoti?
Stime per i danni alla popolazione ed all’economia locale dell’USGS
FAQ dell’INGV sui terremoti
Lista terremoti aggiornata sul sito dell’INGV