Sono qui raccolte le più belle immagini di ottobre pubblicate quotidianamente sulla pagina facebook di questo blog . Cliccate sulle immagini per vederne la descrizione e mettete “mi piace” alla pagina Cronache dal Silenzio per riceverle quotidianamente.
La cometa ISON in una foto dell’ Hubble Space Telescope. Per ora la cometa sembra ancora intatta, ma si sta avvicinando al Sole ed il massimo ravvicinamento sarà raggiunto il 28 novembre.
Le comete infatti sono dei corpi celesti costituiti da polveri e ghiaccio (di acqua o di metano in genere). Durante le loro orbite molto ellittiche si allontanano molto dal Sole, ma quando si riavvicinano ad una distanza minore di 3 unità astronomiche cominciano a sublimare ed a mostrare quindi la famosa coda che le rende tanto note nella tradizione.
A volte durante questo passaggio la cometa sublima completamente, e termina così la sua esistenza.
Il vortice al polo Nord di Saturno in falsi colori. I filtri applicati all’immagine proveniente dalla sonda Cassini permettono di apprezzare maggiormente i particolari di questa struttura tempestosa.
Nel visibile questo vortice appare come il ben noto esagono di Saturno: una forma persistente nel tempo che presenta dei lati lunghi oltre il diametro terrestre.
Fonte: The Planetary Society
Siamo sempre così abituati a vedere l’Artico deformato sul planisfero che vedendolo nella sua reale forma quasi non lo riconosciamo.
La foto è stata costruita con i dati di 14 sorvoli del satellite Suomi NPP.
I dati satellitari sono fondamentali per lo studio globale dell’estensione dei ghiacci artici: il minimo alla fine della stagione estiva è storicamente valutato attorno ai 7 milioni di chilometri quadrati. Gli ultimi anni questo valore è stato molto più basso a causa del riscaldamento globale antropogenico e quest’anno in particolare è stato di appena 3,41 milioni di chilometri quadrati.
Di più sul riscaldamento globale: https://www.cronachedalsilenzio.it/2016/04/22/domande-e-risposte-sul-riscaldamento-globale/
La galassia NGC 4650A, è una galassia ad anello polare situata a 130 milioni di anni luce di distanza da noi.
Le galassie ad anello polare sono una classe di galassie, di cui conosciamo solo un centinaio di esemplari, la cui struttura non è ancora ben compresa.
Una possibilità è che siano il risultato di una collisione antica tra galassie (risalente ad almeno un miliardo di anni prima della formazione dell’anello) in cui una delle due galassie sia stata compressa in un disco rotante mentre l’altra sarebbe stata privata del suo gas e polvere, messo in rotazione a formare l’anello.
Fonte: Hubble Space Telescope
Cosa sono quelle ombre sugli anelli di Saturno nella parte alta di questa fotografia dalla missione Cassini?
Sono delle vere e proprie ombre create dalla luce solare incidente su oggetti alti qualche chilometro. Si tratta di un fenomeno inaspettato, dato che lo spessore degli anelli A e B è di appena 10 metri!
L’ipotesi su questi oggetti è che esistano delle piccole lune con diametri dell’ordine del chilometro che inducano delle deformazioni ondose del bordo degli anelli a causa della loro gravità.
Fonte: NASA’s Cassini Mission to Saturn
NGC 4038 e 4039, le galassie Antenna, sono due galassie fortemente interagenti gravitazionalmente.
L’urto tra due galassie consiste in un attraversamento in cui le stelle ed il gas ricevono una grande quantità di energia. Questa energia porta all’intensificazione dei processi di formazione stellare e l’attrazione gravitazionale forma quelle gigantesche code, che vengono dette mareali, che allungano la galassia nella direzione della compagna.
Il risultato del processo sarà una grande galassia data dalla fusione delle due.
Le galassie antenna hanno iniziato la loro collisione qualche centinaio di milioni di anni fa, con le code che si sono formate tra 200 e 300 milioni di anni fa.
Fonte: Hubble Space Telescope
SNR B0509-67.5 è ciò che rimane di un’antica supernova nella Grande Nube di Magellano. Le ondulazioni sul bordo della bolla sono probabilmente legate a variazioni di densità nel gas interstellare circostante.
La bolla di gas è grande circa 23 anni luce e si espande a circa 18 milioni di km/h.
Fonte: Hubble Space Telescope
NGC 5752 ed NGC 5754, due galassie interagenti gravitazionalmente qui fotografate dal Telescopio Spaziale Hubble.
A 20.000 anni luce di distanza da noi si trova V838 Monocerotis, una stella variabile che presenta un involucro di gas e polveri in continua espansione.
Inizialmente si riteneva si trattasse di un nova, ma col tempo si è capito che in realtà si tratta di un processo più complesso e che in realtà non capiamo ancora a fondo.
In questa foto dell’Hubble la stella (la luce rossa al centro) è immortalata durante una delle sue periodiche espulsioni di massa ed energia note come light echo, che illuminano la nube circostante mettendo in evidenza numerosi dettagli interessanti.
Fonte: Hubble Space Telescope
Il Muro del Cigno, una grande regione di formazione stellare parte della Nebulosa Nord America (NGC 7000) posta a 1500 anni luce di distanza da noi.
L’oscurità delle nubi di questo tipo è legata all’elevata densità della regione, densità che favorisce l’innesco delle prime reazioni nucleari e quindi della formazione stellare.
Fonte: NASA
Una nuova foto mozzafiato dal lato notturno di Saturno, dalla sonda Cassini.
Fonte: NASA’s Cassini Mission to Saturn
La Nebulosa Elica è una bellissima nebulosa planetaria, qui fotografata dall’Hubble Space Telescope. Le nebulose planetarie rappresentano uno degli ultimi stadi di vita di alcune stelle. Avrebbero in linea teorica una forma sostanzialmente sferica, essendo formate dall’espulsione dei gusci esterni della stella, ma in questo caso la questione si fa più complicata, si pensa a causa della presenza di una stella compagna di quella che ha originato la nebulosa.
Bellissimo scatto all’infrarosso della Spada di Orione, fotografata dall’Herschel Space Observatory.
Di più su Orione: https://www.cronachedalsilenzio.it/2016/02/25/viaggio-nella-costellazione-di-orione/
Due metafore zoologiche nella costellazione di Cefeo: a 2300 anni luce di distanza si trovano la nebulosa Calamaro Gigante (Ou4) e la nebulosa Pipistrello Volante (Sh2-129).
A causa dell’estrema debolezza del complesso, Ou4 è stata scoperta solo nel 2011. Si tratta di una nebulosa ad emissione ricca di ossigeno ionizzato formata probabilmente a partire da un sistema stellare ternario. Il pipistrello volante è composto invece soprattutto di idrogeno ionizzato ed avvolge Ou4.
Fonte: Astronomy Picture of the Day (APOD)
La Nebulosa Ragno Rosso, situata a 3000 anni luce di distanza nella costellazione del Sagittario, è caratterizzata da una forma costituita da due grandi onde, frutto probabilmente di fenomeni stellari limitrofi.
Fonte: Hubble Space Telescope
La Nebulosa d’Orione in una stupenda composizione fotografica dell’ Hubble Space Telescope e del Telescopio spaziale Spitzer.
Di più su Orione: https://www.cronachedalsilenzio.it/2016/02/25/viaggio-nella-costellazione-di-orione/
M104, la Galassia Sombrero, è una galassia che si trova a circa 28 milioni di anni luce dalla Terra.
Visibile quasi edge on (di taglio), è costituita da un nucleo sferoidale di stelle ed un sottile anello esterno di polveri.
Con i suoi 50,000 anni luce di diametro e ottava magnitudine apparente, è proprio poco oltre il limite della visibilità ad occhio nudo, ma è facilmente osservabile con piccoli telescopi.
Fonte: Hubble Space Telescope
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Qui un piccolo speciale di Halloween.
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