Plutone: ecco come si è formata la Sputnik Planitia
Uno studio pubblicato su Nature offre nuove possibilità sulla formazione della Sputnik Planitia, la grande pianura ghiacciata a forma di cuore che caratterizza una buona porzione della superficie del pianeta nano.
La Sputnik Planitia è una grande calotta ghiacciata di forma quasi circolare. Ha un diametro di circa 1000 km ed è centrata a 25°N di latitudine e 175° di longitudine, ossia si trova quasi al lato opposto del pianeta rispetto alla posizione del satellite Caronte, bloccato a causa delle forze mareali.
La spiegazione data in precedenza per questa posizione così particolare riguarda la formazione di un bacino a causa di un impatto gigante con successiva risalita di acqua da un oceano sotterraneo. Lo sbilanciamento gravitazionale dovuto a questo fenomeno avrebbe poi variato la posizione reciproca di Plutone e Caronte per riportare il sistema all’equilibrio.
Le simulazioni che hanno portato D.P.Hamilton et al. alla pubblicazione del loro articolo su Nature propongono invece una soluzione differente. Da queste risulta infatti che il ghiaccio si accumulerebbe spontaneamente tra i 30°N ed i 30°S di latitudine anche in assenza di un bacino, in quanto queste risultano le regioni più fredde del pianeta nano. Dopo un milione di anni dalla formazione di Caronte, il ghiaccio depositato tende a concentrarsi in una singola calotta centrata a 30°N. Questo accumulo causa quindi un aumento di gravità che blocca la calotta alla longitudine opposta a Caronte. Nel frattempo, la grande massa di ghiaccio si scava il bacino nel quale è ospitata, in maniera simile a quello che avviene in Groenlandia sulla Terra. Questo modello prevede quindi che la Sputnik Planitia si sia formata poco dopo la formazione di Caronte ed è rimasta stabile nel corso della Storia del Sistema Solare.
Nessuno dei due modelli è da escludere a priori, ed entrambi sono attuabili se si presentano le opportune condizioni iniziali.
[1] D.P. Hamilton et al., The rapid formation of Sputnik Planitia early in Pluto’s history, Nature