Astrofisica

SpaceX: Il Falcon Heavy

Nel precedente articolo abbiamo parlato del primo lancio del Falcon9 dal Launch Complex 39A del Kennedy Space Center, da cui hanno avuto inizio le epiche missioni del programma Apollo e dello Space Shuttle.
La compagnia privata, finanziata dalla NASA anche per il contratto di rifornimento alla ISS tramite i cargo automatizzati Dragon, ha ricevuto questo permesso proprio in vista del progetto di lanciare la versione pesante dei suoi attuali lanciatori: Il Falcon Heavy.
Come recentemente annunciato la compagnia prevede di effettuare i primi test di lancio del Falcon Heavy nell’estate 2017, in previsione del lancio che dovrebbe avvenire nel 2018 che porterà due turisti (che hanno già lasciato un abbondante deposito) in un’orbita molto elevata intorno la terra in modo da effettuare un flyby verso la Luna ed effettuare sorvolo intorno ad essa.

Il Falcon Heavy è un lanciatore pesante derivato dal primo stadio del Falcon9. Essenzialmente è composto da tre primi stadi del Falcon9 con capacità di rientro, affiancati e tenuti insieme da giunti meccanici che rilasceranno i booster laterali. Il booster centrale è quello che trasporterà il carico e si separerà dagli stadi superiori dopo i due booster laterali, almeno questo è quanto previsto in una configurazione a pieno carico di carburante e con “cross feed” di carburante fra i booster laterali e quello centrale, ma come annunciato dallo stesso Elon Musk, questo non sarà previsto per i primi lanci. Quindi tutti i booster iniziali saranno dotati di capacità di rientro e saranno in grado di atterrare, come mostrato nell’animazione:

In questa configurazione il Falcon Heavy si presenta come il lanciatore più potente mai realizzato dalla fine della “Space Race” verso la Luna, con i suoi ben 22819 kN di spinta prodotti dai 27 propulsori Merlin (9 per ogni booster). Per un semplice confronto con altri lanciatori comunemente utilizzati:

4146,5 kN all’accensione per la Souyz
7607 kN all’accensione per il Falcon9
9420 kN all’accensione per il Delta IV Heavy
10532 kN all’accensione per il Proton M
15120 kN all’accensione per l’Ariane 5 (ECA)
35100 kN all’accensione per il Saturn V (in pensione)
45400 kN all’accensione per l’N1 (in pensione)

ma non più dei 40750 kN all’accensione dello Space Shuttle (ora in pensione), che ha prestato servizio fino al 2011, escluso dalla lista proprio perché non è un lanciatore. Quindi il Falcon Heavy si propone con obiettivi ambiziosi ed il tutto nell’ottica del riutilizzo, cosa che farà abbassare notevolmente i costi per ogni lancio. Difatti il costo per il lancio del FH verso la Luna (superiore rispetto al costo per trasportare carichi in LEO) dovrebbe essere una frazione del costo per un lancio verso la Luna del SLS (Space Launch System) che la NASA sta sviluppando, razzo che sarà molto più potente dello stesso Falcon Heavy; anche se l’SLS sarà in grado di portare molto più carico verso la Luna rispetto al FH.

Confronto fra vari lanciatori, esistenti, ed in fase di sviluppo e design, come l’ITS della SpaceX alla destra del Saturn V.
Fonte

Nonostante la SpaceX si ponga in una posizione quasi di competizione con la NASA offrendo un servizio a minor costo, ricorda dal suo annuncio che senza di essa non sarebbe mai riuscita a raggiungere questi obiettivi.

Elon Musk all’interno della navicella Dragon V2
Fonte

Infatti la NASA ha finanziato gran parte della navicella Dragon V2. La versione con equipaggio del cargo automatizzato Dragon che abbiamo visto nella missione CRS-10 qualche settimana fa. Non ci resta che aspettare i prossimi sviluppi, sperando che non ci siano ritardi nella tabella di marcia.

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