ʻOumuamua, l’ospite inatteso del Sistema Solare
Tra asteroidi e comete, si contano circa 750.000 corpi minori nel nostro Sistema Solare. Di questi, qualcuno potrebbe essersi formato in altri sistemi stellari, venendo espulso e successivamente catturato dal campo gravitazionale del nostro Sole. Un team di astronomi guidato da Karen Meech dell’osservatorio astronomico hawaiiano ha scoperto 1I/2017 U1 ’Oumuamua, un oggetto che sembra rientrare proprio in questa categoria.
‘Oumuamua sembra essere un asteroide, in quanto non ha mostrato attività cometaria neanche avvicinandosi a meno di 0.25 unità astronomiche (UA, la distanza media Terra-Sole) dal Sole. La sua superficie, piuttosto scura (albedo di 0.04 nel visibile), ha una composizione simile a quella delle comete e degli asteroidi ricchi di composti organici trovati nel nostro Sistema Solare. La forma dell’asteroide risulta estremamente allungata, con una dimensione che è 1/10 dell’altra, ed un raggio medio di 102±4 m. Queste caratteristiche rendono ‘Oumuamua un oggetto peculiare tra i corpi minori del Sistema Solare, ed a buon ragione: la traiettoria indica infatti che l’oggetto provenga dallo spazio interstellare e sia casualmente caduto nel campo gravitazionale generato dal nostro Sole.
Ma da dove è venuto allora? Non possiamo saperlo. ‘Oumuamua viene infatti approssimativamente dalla direzione di Vega, ma quando si trovava dove ora si trova la stella, questa non era lì. Probabilmente ‘Oumuamua è andato alla deriva per milioni di anni nella Via Lattea prima di incontrare il Sistema Solare. Un incontro di questo tipo è molto poco probabile, quasi impossibile, se la densità di oggetti nello spazio interstellare è quella attualmente stimata (ossia 0.00024 oggetti per UA−3), perciò o si tratta di un evento rarissimo o, più probabilmente, la densità interstellare è maggiore di quanto finora stimato.
L’asteroide, ad ogni modo, non resterà per molto nel nostro vicinato: come è entrato nel Sistema Solare provenendo dallo spazio interstellare, infatti, vi farà ritorno rapidamente (si veda la linea tratteggiata nella figura in basso). Se è vero comunque che la densità interstellare sia maggiore del previsto, è probabile che nei prossimi anni, anche aiutati dallo sviluppo tecnologico, saremo in grado di trovare nuovi oggetti di questo tipo che vagano nel nostro Sistema Solare.
Qui l’articolo originale su Nature.