William Herschel: l’uomo che contò le stelle
Sir Frederick William Herschel (Hannover, 15 Novembre 1738 – Slough, 25 Agosto 1822) è uno dei personaggi chiave dell’astronomia.
Influenzato dal padre musicista, William iniziò la sua carriera come solista (oboe e violino) e insegnante di musica. Intanto, da autodidatta, studiava l’astronomia; nel 1776 costruì il suo primo telescopio. Non dovette aspettare molto prima che il suo telescopio gli rivelasse qualcosa di eccezionale, infatti, 5 anni più tardi, mentre si trovava ad una rassegna di cieli finalizzata alla scoperte di stelle doppie, scoprì accidentalmente il pianeta Urano. L’astronomo inglese non capì subito che si trattava di un pianeta ma bensì di una cometa, tanto che comunicò la notizia alla Bath Philosophical Society e alla Royal Society inglese in un breve saggio dal significativo titolo di “Account of a Comet“.
In realtà la prima osservazione di Urano è quella del 1690 di John Flamsteed, che lo catalogò come stella 34 della costellazione del Toro. Flamsteed osservò Urano altre due volte, nel 1712 e nel 1715.
James Bradley lo osservò nel 1748, 1750 e 1753; Tobias Mayer nel 1756.
Pierre Charles Le Monnier lo osservò quattro volte nel 1750, due nel 1768, sei nel 1769 e un’ultima volta nel 1771.
Intanto, Re Giorgio III offrì un vitalizio da 200 sterline l’anno all’astronomo, nominandolo Astronomo del Re (carica creata appositamente per lui) e 2.000 sterline per la costruzione di un grandissimo telescopio, uno dei più potenti dell’epoca.
Grazie a questo telescopio l’astronomo scoprì nel 1787 due satelliti di Urano: Titania e Oberon. Due anni più tradi, nel 1789, scoprì anche 2 satelliti di Saturno: Mimante e Encelado.
Ma tutto questo non servì a placare l’enorme sete di conoscenza del nostro, tanto che nel 1784 decise di contare le stelle nel cielo. Divise il cielo in 683 zone a campione per calcolare il numero di stelle presenti in ognuna di esse. Scoprì che il numero di stelle era massimo sul piano della via Lattea e minimo perpendicolarmente a esso. Le stelle erano pari a trecento milioni e la galassia aveva la forma di una macina, lunga 7000 anni luce e larga 1300, con il sole in una posizione non troppo privilegiata
Descrisse inoltre la struttura tridimensionale della Via Lattea, catalogò 2500 nebulose e scoprì i raggi infrarossi con un curioso esperimento: pose un termometro al mercurio nello spettro prodotto da un prisma di vetro, per misurare il calore delle differenti bande di luce colorate. Scoprì che il termometro continuava a salire anche dopo essersi mosso oltre il bordo rosso dello spettro, dove non c’era più luce visibile. Fu il primo esperimento che mostrò come il calore poteva trasmettersi grazie a una forma invisibile di energia.
Nel 1781 gli fu assegnata la Medaglia Copley. Nel 1816 fu insignito del titolo nobiliare di baronetto per i notevoli risultati conseguiti nelle scienze. Gli sono stati intitolati il William Herschel Telescope (WHT), un telescopio inglese situato nelle Isole Canarie e il telescopio spaziale dell’Agenzia Spaziale Europea, l’Herschel Space Observatory (HSO) lanciato il 14 maggio 2009 e un riconoscimento della Royal Astronomical Society. Sono stati chiamati col suo nome l’asteroide 2000 Herschel e tre crateri: uno sulla Luna, uno su Marte, di quasi 300 km di diametro, e uno su Mimas, il più grande cratere di quel satellite di Saturno. In un videogioco, Mass Effect, c’è un sistema solare che prende proprio il nome di Herschel. Infine è importante ricordare che Il simbolo astrologico e astronomico del pianeta Urano (Uranus’s astrological symbol.svg) si compone di un cerchio sormontato da una H in onore del grande astronomo britannico, il quale ne comunicò la scoperta il 13 marzo 1781.