1,2,3 stella: quando una supergigante scompare.
Avete capito bene, un stella scomparsa. No non è un thriller astronomico e neanche uno scherzo, si tratta di una vera e propria supergigante rossa grande 25 volte quanto il nostro Sole che pare sia scomparsa nel nulla.
Distante 20 milioni di anni luce da noi, la stella era tenuta sotto controllo dal Large Binocular Telescope (un telescopio ottico per l’astronomia situato a Mount Graham (3.300 m) ,nelle montagne del Pinaleno ,nell’Arizona sud- orientale) e nel 2009 sembrava dare buoni segnali, infatti la sua luminosità è aumentata man mano ad almeno un milione di luminosità solari.
Questa osservazione fece molto scalpore quando nel 2015 la stella scomparì del tutto. Inizialmente gli scienziati furono sorpresi di questa osservazione, perché come ben sappiamo la morte di una stella si trasforma presto in una supernova. Questa volta però non è andata così.
Si ipotizza infatti che il nucleo della stella sia collassato per formare un buco nero. Solitamente i buchi neri si formano dopo la fase della supernova ma, N6946-BH1, ha dato prova che, invece di seguire questo processo, la stella potrebbe automaticamente collassare in un buco nero.
Questa impressione artistica mostra le fasi finali della vita di una stella supermassiccia che non riesce a esplodere come una supernova, ma invece implode sotto gravità per formare un buco nero. Da sinistra a destra: la stella massiccia si è evoluta in una supergigante rossa, l’involucro della stella viene espulso e si espande, producendo una sorgente transitoria fredda e rossa che circonda il buco nero appena formato. Alcuni materiali residui possono cadere sul buco nero, come illustrato dal flusso e dal disco, potenzialmente alimentando alcune emissioni ottiche e infrarosse anni dopo il collasso.