Il Delta Clipper Experimental
Il Delta Clipper Experimental (DC-X)
prototipo di un razzo senza pilota in scala 1:3 prodotto dalla McDonell Douglas fra il 1991 ed il 1993 per realizzare un razzo SSTO (Single Stage To Orbit), e quindi riutilizzabile, capace di eseguire un atterraggio morbido sulle proprie gambe (come fanno gli attuali Falcon9 e New Shepard). Fu sviluppato dalla NASA e dal SDIO (Strategic Defence Iniziative Organization).
Il prototipo DC-X non si spinse mai oltre i 2,5 chilometri dalla superficie ed infatti non era suo obiettivo farlo. Il suo obiettivo era verificare che un razzo fosse capace di atterrare verticalmente con le sue sole forze.
Il programma di sviluppo fu cancellato quando ritenuto competitivo verso il progetto dello spazioplano SSTO X-33/Venture Star, ritenuto più interessante, e dunque su cui si è preferito concentrare il budget disponibile. Ne abbiamo parlato in quest’articolo dedicato agli spazioplani. Infatti nell’ottica di usare meno carburante possibile è preferibile usare uno spazioplano in grado di planare dolcemente verso la superficie che un razzo in caduta libera frenato dall’uso dei suoi stessi motori (il che significa consumare ulteriore carburante).
Nonostante ciò anche il programma di sviluppo dell’X-33/Venture Star è stato cancellato nel 2001 a causa di problemi tecnici dovuti alla difficoltà di realizzare alcune parti, come dei particolari contenitori di carburante in materiale composito, cosa che fece slittare la data di ultimazione del primo prototipo di X-33, finché l’SDIO non decise di tagliare i fondi alla Lockeed Martin, che di conseguenza decise che fosse improponibile continuare il progetto senza i fondi del governo.
Molti degli ingegneri che lavorarono al DC-X sono stati assunti dalla Blue Origin, la società aerospaziale del miliardario Jeff Bezos, fondatore di Amazon, dando vita al New Shepard, a cui seguirà il New Glenn.
In Copertina: Immagine costruita con il Delta Clipper in volo durante varie fasi. Fonte