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Anche la Cina sogna Marte

In occasione di una conferenza tenutasi a Pechino Wu Weiren, progettista capo del programma di esplorazione lunare cinese, ha dichiarato che Marte sarà il prossimo passo per la Cina. L’obiettivo? Un rover nel 2020 che si andrà ad affiancare ad ExoMars 2020, Mars 2020 e Mars Hope.

La storia spaziale della Cina non è mai stata così ricca di novità. Dopo i successi della missione Chang’e-4, la Cina progetta per l’anno prossimo una nuova missione lunare (la Chang’e-5) che preleverà campioni dalla superficie lunare e li riporterà a Terra, eventualmente diventando la terza potenza spaziale ad aver prelevato rocce lunari.

Adesso la Cina guarda anche a Marte, obiettivo che la farebbe entrare ufficialmente nel podio delle potenze spaziali mondiali. La missione è ambiziosa: nell’estate 2020, periodo in cui verranno lanciati anche i rover Mars 2020 della NASA, ExoMars 2020 dell’ESA e Mars Hope degli Emirati Arabi, la CNSA, l’agenzia spaziale cinese, lancerà un rover ed un orbiter che lavoreranno in tandem sul Pianeta Rosso. L’atterraggio del rover dovrebbe avvenire nel 2021.

Il team marziano della CNSA ha selezionato due aree preliminari che potrebbero essere i punti di atterraggio del rover: una la Chryse Planitia, vicino ai punti di atterraggio di Viking 1 e Pathfinder, mentre l’altra la Isidis Planitia, nell’estremità occidentale della regione dell’Elysium Mons. La prima è volta allo studio dei siti legati all’idrografia del passato marziano, mentre il secondo è più interessante dal punto di vista vulcanologico.

China Mars 2020 rover landing sites
Site 1 e Site 2 indicano le possibili regioni di atterraggio posizionate. La mappa è quella del MOLA a bordo del Mars Global Surveyor della NASA. Credits: The Planetary Society

Il rover sarà simile a quello della Chang’e-4, ma ben più pesante (circa il doppio, 240 kg) e sarà dotato di 6 strumenti: una camera per la navigazione e la topografia, una camera multispettrale, un radar per l’analisi sotterranea, uno strumento per le analisi spettroscopiche (simile al LIBS di Curiosity), un rivelatore di campi magnetici ed uno strumento climatico.

Anche l’orbiter non sarà da meno, con ben 7 strumenti per l’analisi dell’ambiente spaziale marziano e per lo studio da remoto del Pianeta Rosso. Entrambi, rover ed orbiter, saranno dotati di sistema di navigazione autonomo per sopperire alle problematiche legate al ritardo nelle comunicazioni da Terra.

Si tratterà della prima missione interplanetaria della Cina, per di più su un pianeta dotato di atmosfera come Marte (troppo rarefatta per usare i paracadute con tranquillità, ma troppo densa per essere ignorata) che complica notevolmente le manovre di atterraggio. Si tratta perciò anche di una grande prova per la CNSA, che non arresta i suoi propositi ambiziosi, prevedendo anche una missione sample-return (ossia di prelievo e ritorno dei campioni) da Marte per il 2028.

I semi della Chang’e-4: facciamo chiarezza

Fonti: The Planetary Society, CNN

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