Il Manifesto della comunicazione non ostile per la scienza
Le parole servono a comunicare, comunicare significa rendere gli altri partecipi di qualcosa, inviare un messaggio per far sì che esso venga ricevuto. Ma la scelta delle parole e dello stile comunicativo hanno un peso enorme nel far sì che questo messaggio possa essere recapitato.
Con questa consapevolezza nel 2016 è nata Parole O_stili, una no-profit triestina che ha l’obiettivo di responsabilizzare gli utenti della Rete a scegliere forme di comunicazione non ostile. E lo fa con un semplice manifesto di 10 regole che potrebbero rendere Internet un posto migliore. La prima, “virtuale è reale”, è quella su cui si fonda tutto: il fatto di non guardare direttamente in faccia il nostro interlocutore non significa che siamo liberi di dirgli ciò che non gli diremmo a volto scoperto.
Il manifesto conosce poi molte declinazioni a seconda dell’ambito comunicativo, tra cui anche quello scientifico che riportiamo qui di seguito.
- Virtuale è reale
Motivo le mie affermazioni in rete così come farei di persona. Diffondo solo risultati certi e verificati. Rispetto il mio pubblico, e calibro le spiegazioni per farmi capire. - Si è ciò che si comunica
Etica e metodo scientico mi guidano nel comunicare. Parlo solo di quello che ho studiato e meditato. Divulgando non mostro me stesso, ma la bellezza della scienza. - Le parole danno forma al pensiero
Scelgo parole ed esempi che possano trasmettere concetti complicati in modo limpido. Valorizzo razionalità e pensiero critico, ma considero anche il lato umano. - Prima di parlare bisogna ascoltare
La scienza progredisce grazie al confronto rispettoso, aperto a critiche oneste, costruttivo. Dico sì all’argomentare autorevole, no a quello autoritario o dogmatico. - Le parole sono un ponte
Comunico in modo amichevole, evitando sia la banalizzazione, sia i tecnicismi inutili. La scienza parla un linguaggio di pace, che accoglie, avvicina, include, fa crescere. - Le parole hanno conseguenze
So che il mio parere influenza chi mi ascolta, e parlo in modo chiaro, responsabile e veritiero. Evito di creare illusioni, do spazio all’empatia. Se posso, alla speranza. - Condividere è una responsabilità
La verifica dei fatti è cruciale: esamino fonti, teorie e dati prima di diffonderli. So che condividere i metodi e i risultati ottenuti è un diritto e un dovere verso la comunità. - Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare
La scienza progredisce anche riconoscendo e correggendo i propri errori: perciò il cuore della scienza è il dibattito fatto di apertura mentale, rispetto, interdisciplinarità. - Gli insulti non sono argomenti
Non ricorro mai agli insulti e all’aggressività, che impedisce il produttivo confronto fra idee, mortifica la scienza e può arrivare a screditare anche una tesi in sé giusta. - Anche il silenzio comunica
Se non sono competente di un tema non ne parlo. Se c’è incertezza o discordanza su una questione, dico “non so”. Se il rischio è ingigantire polemiche sterili, taccio.
Il Manifesto nasce da un coordinamento del Master in comunicazione della scienza della SISSA, Immaginario Scientifico ed Università di Trieste, nell’ambito del progetto SHARPER – Notte Europea dei Ricercatori, ed è stato sottoscritto da molti personaggi di spicco nell’ambito della comunicazione scientifica (li trovate elencati qui).
Noi di Cronache dal Silenzio ci impegniamo e continueremo ad impegnarci per costruire, nel nostro piccolo, un ambiente comunicativo che rispetti queste semplici regole, perché crediamo che la comunicazione scientifica (e non) debba essere un mezzo per avvicinare le persone e collaborare verso un futuro migliore.