Oltre la Luna
Quell’impronta sulla Luna il 20 luglio 1969 ha cambiato per sempre la storia dell’umanità. Con i grandi esploratori della Storia abbiamo allargato e definito i confini del nostro mondo, e probabilmente nessuno pensava saremmo potuti andare oltre: la nostra Terra era quella, grande, bellissima e la sua gravità ancorava i nostri piedi al suolo. Con i fratelli Wright abbiamo levato l’ancora, abbiamo di nuovo allargato i nostri confini invadendo il mondo che fino a quel momento era stato solo degli uccelli. Ma non era ancora abbastanza: Gagarin nel 1961 ci ha portato ancora più in alto e poi… poi è arrivata l’impronta.
Quel piccolo passo per l’uomo, quel grande passo per l’umanità, ha segnato una svolta nel nostro modo di vederci confinati all’interno di un singolo mondo. Quel passo ci dava la possibilità di pensare più in grande, di immaginarci su altri pianeti a piantare bandiere sulle nude rocce dei deserti della Luna, o di quelli marziani, o di quelli di chissà quanti altri corpi celesti. Abbiamo capito che in definitiva i limiti sono destinati ad allargarsi sempre più con il tempo, con la tecnologia, con lo sforzo di milioni di persone che lavorano costantemente per questo obiettivo comune.
Sì, perché più i confini si allargano, più superarli diventa una sfida complessa e le persone coinvolte nel processo esplorativo più numerose. Se con Magellano partirono in 200, con Armstrong partirono in 400 000. Sì, lo so che partirono solo in 3, ma dietro quella loro partenza c’era il lavoro delle circa 400 000 persone coinvolte nel programma Apollo. Ed in fondo è anche questo il bello dell’esplorazione spaziale, che riesce ad unire, oggi più che mai, un numero enorme di persone e popoli di tutto il globo terrestre.
Ed è così, che mentre la NASA lavora sul decidere come e quando tornare sulla Luna, decine di altre missioni si avviano a partire alla volta degli oggetti che popolano il Sistema Solare. Anche l’Asia guarda alla Luna, con il primo lander lunare giapponese SLIM che sarà lanciato nel 2022 e la prosecuzione del programma cinese Chang’e con la Chang’e-5 che partirà nel 2019 per prelevare dei campioni dalla superficie lunare e riportarli a terra. Nel 2021 e 2022 partiranno anche le missioni asteroidali Lucy e Psyche, due sonde targate NASA che esploreranno da vicino la Fascia Principale di Asteroidi ed i Troiani gioviani. Sempre nel 2022 partirà JUICE, una missione ESA diretta all’esplorazione delle lune gioviane. Il 2020 sarà invece l’anno delle sonde marziane, con il rover europeo Rosalind Franklin (ExoMars 2020), il Mars 2020 Rover della NASA, il satellite Hope degli Emirati Arabi Uniti ed una coppia orbiter-rover anche da parte della Cina.
Tirando le somme, sembra proprio che viviamo in un’epoca in cui l’esplorazione spaziale sta assumendo veramente un carattere planetario, i soggetti in gioco non sono più solo due ed in competizione tra loro, ma molto più numerosi ed ognuno desideroso di assumere il suo ruolo di potenza spaziale nel mondo, di poter lasciare la sua impronta sul suolo di un altro pianeta. Chi sarà il prossimo a fare il piccolo grande passo?