Astrofisica

Tracce di ossigeno stellare primitivo

Un team internazionale di astronomi ha rintracciato ossigeno in una delle stelle più antiche ad oggi note. Il risultato ha importanti implicazioni per capire l’origine degli elementi nel nostro Universo.

L’ossigeno è il terzo elemento più abbondante nell’Universo, appena dopo idrogeno ed elio, e come ben sappiamo è essenziale per la vita sulla Terra. Senza ossigeno non c’è respirazione, non c’è fotosintesi e non c’è acqua. L’ossigeno è anche l’elemento più comune nella crosta terrestre e in quella di molti altri corpi celesti, dove si lega ai metalli per comporre le rocce su cui camminiamo e viviamo tutti i giorni. Eppure, all’origine dell’Universo, l’ossigeno non c’era.

La formazione dell’ossigeno ha bisogno della fusione nucleare che avviene all’interno delle stelle, e non di stelle qualunque ma di quelle più massicce, la cui massa supera di 10 volte quella del nostro Sole. Solo in questo modo infatti la pressione, la temperatura e la densità nel nucleo può diventare abbastanza grande da innescare la catena di reazioni necessarie per produrre la molecola.

Per comprendere nel dettaglio come gli elementi come l’ossigeno si siano formati è necessario quindi ripercorrere a ritroso la storia dell’Universo, osservando le stelle massicce più antiche, le cosiddette stelle primitive.

Il nuovo studio, firmato da ricercatori dell’università di San Diego, dello IAC delle Canarie e dall’Università di Cambridge, riporta i risultati di osservazioni dall’osservatorio Keck sul Maunakea, Hawaii, della stella J0815+4729, una stella cosiddetta primitiva a 5000 anni luce nella costellazione della Lince.

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La costellazione della Lince, tra la Giraffa, l’Orsa Maggiore e l’Auriga. Credits: WikiMedia

J0815+4729 è una stella dell’alone, situata nell’alone sferico di stelle antiche che circonda la Via Lattea. La stella in esame è decisamente antica: si è formata nelle prime centinaia di milioni di anni di vita dell’Universo, probabilmente dal gas espulso dalle primissime supernovae.

Lo strumento HIRES, nel telescopio da 10 metri di Keck I, ha osservato la stella per 5 ore consecutive per misurare l’abbondanza di 16 specie chimiche diverse. La stella ha molto carbonio, azoto e ossigeno, 10%, 8% e 3% rispetto a quelli nel nostro Sole, ma una percentuale in metalli di appena un milionesimo. Nessuna delle stelle dell’alone conosciute finora ha un’abbondanza di metalli così bassa rispetto a quella delle altre molecole.

Leggi lo studio su The Astrophysical Journal Letters.

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