Scoperto il buco nero più vicino alla Terra
Un team dell’European Southern Observatory ha trovato un buco nero ad appena 1000 anni luce di distanza dalla Terra. È la prima volta che scopriamo un oggetto di questo tipo così vicino al nostro Sistema Solare.
L’Eso, l’European Southern Observatory, è la punta di diamante dell’osservazione astronomica da Terra. Sugli altipiani dell’Atacama cileno i monti La Silla, Paranal e Chajnantor sono costellati di alcuni dei telescopi più avanzati al mondo e che negli ultimi anni hanno contribuito più di tutti a incredibili scoperte astronomiche. Usando uno di questi, il MPG/ESO di 2,2 metri all’osservatorio di La Silla, questa volta un team internazionale di astronomi ha scoperto un buco nero a soli 1000 anni luce di distanza da noi.
I ricercatori stavano conducendo uno studio sui sistemi stellari binari. Analizzando una coppia di stelle nota come HR 6819 nella costellazione australe del Telescopio si sono resi però conto che una delle due orbita ogni 40 giorni attorno a un oggetto invisibile, mentre l’altra orbita a grande distanza attorno a entrambi questi oggetti. Quell’oggetto invisibile ha una massa quattro volte quella del nostro Sole, abbastanza per non avere dubbi sulla sua natura.
Le due stelle si possono vedere a occhio nudo, a patto di trovarsi sotto un limpido cielo australe. Il buco nero è invece piccolo e interagisce poco con l’ambiente circostante, cosa che lo rende effettivamente nero, privo di dischi di accrescimento come quello di M87.
In effetti ad oggi conosciamo una ventina di buchi neri nella nostra galassia, ma quasi tutti interagiscono fortemente con il loro ambiente e si mettono in mostra grazie a intense emissioni a raggi X.
Invece tra i buchi neri che conosciamo, oltre a essere il più vicino al Sistema Solare il buco nero di HR 6819 è anche uno degli oggetti meno violenti della sua categoria. Non interagisce in maniera distruttiva con l’ambiente che lo circonda. E la presenza di buchi neri così delicati lascia pensare che possano esistere molti altri oggetti di questo tipo nella nostra galassia.
Fonte: ESO