Chi è Betelgeuse, la spalla d’Orione
Betelgeuse è una delle stelle più rinomate e luminose della volta celeste. Gigante rossa prossima alla supernova, è anche una delle principali stelle della costellazione di Orione.
Nel cielo notturno, in una calda notte estiva, possiamo stenderci su un prato e perderci in quelle miriadi di puntini luminosi incastonati nella volta celeste. Sono circa seimila, sicuramente meno di diecimila. Le stelle visibili a occhio nudo oscillano attorno a questi valori, ma non è possibile darne un numero esatto perché le variabili in gioco sono troppe, la pulizia del cielo, la vista di chi osserva, e anche la variabilità delle stelle stesse.
Sì, perché in molti casi le stelle tutto sono meno che “fisse”: si muovono l’una rispetto all’altra, cambiano la loro luminosità per via dei capricci della loro dinamica ed evoluzione, orbitano una attorno all’altra in sistemi binari o ternari. Betelgeuse, la rossa spalla d’Orione, è proprio una di queste stelle capricciose. Varia molto nel corso del tempo: proprio di recente la abbiamo vista ridurre la propria luminosità fino al 40% di quella con cui si presenta di solito. E in media è la decima stella più luminosa del cielo.
Se la si guarda, è impossibile non notare il suo colore rosso-arancio intenso. Betelgeuse è una gigante rossa, la fase finale di una stella con una massa 11 volte quella del nostro Sole. Eppure è anche immensamente più giovane del Sole. Mentre quest’ultimo alla tenera età di 5 miliardi di anni è appena nel mezzo del cammin di sua vita, Betelgeuse attorno ai 10 milioni di anni è ormai in dirittura d’arrivo. Si pensa che entro i prossimi 100 mila anni diventerà una supernova. Questo non deve stupire: più le stelle sono massicce più sono in grado di bruciare rapidamente il loro carburante e quindi di evolvere in maniera altrettanto rapida.
Quando sarà una supernova, Betelgeuse diventerà per qualche giorno o settimana l’oggetto più luminoso in cielo dopo il Sole. Non è dopotutto così lontana: si trova a 700 anni luce di distanza in una galassia, la nostra, che di anni luce ne misura almeno 120 mila. È la spalla destra di Orione, la costellazione che domina i cieli autunnali e invernali, della quale è la seconda stella più luminosa dopo Rigel.
Curioso è che Betelgeuse, e non Rigel nonostante sia la più luminosa, sia designata come Alpha Orionis. Siamo abituati a vedere la lettera Alfa, infatti, legata alle stelle più luminose di ogni costellazione. In realtà non è sempre così. O meglio, spesso non lo è nel caso in cui due stelle abbiano luminosità molto simili. Rigel ha una luminosità di 0.13 magnitudini, Betelgeuse al suo massimo arriva a 0.2 magnitudini.
Dopotutto è un’inversione che ha origini lontane. Il primo vero e proprio atlante stellare pubblicato è stato l’Uranometria Omnium Asterismorum, scritto nel 1603 dell’astronomo tedesco Johann Bayer. Era un ampliamento del catalogo di 1005 stelle pubblicato l’anno precedente da Tycho Brahe. A quel tempo la magnitudine delle stelle non era misurata con grande precisione, e il problema era ovviamente maggiore nel caso di stelle variabili. Del resto, ancora nessuno aveva puntato un telescopio verso il cielo e tutte le misure di questo tipo venivano fatte ad occhio nudo. Perciò Bayer non usò la scala di luminosità in maniera strettamente rigorosa.
Quando la luminosità era molto simile, Bayer sceglieva le lettere in base ad altri parametri, come la posizione della stella all’interno della costellazione, o l’ordine in cui le stelle sorgono sull’orizzonte. Anche nei Gemelli, nel Cigno e nell’Orsa Maggiore ci furono scambi di questo tipo, per esempio. Betelgeuse e Rigel erano quindi alfa e beta perché entrambe molto luminose, ma una era la spalla e l’altra il piede.