Dal Medioevo al Metodo Scientifico
L’età del Medioevo ha permesso la riscoperta dei grandi testi greci, ma durante questo periodo molti uomini sono stati etichettati come eretici e uccisi per aver difeso la propria idea. La laicità non si fermò e forse è proprio grazie a questo fatto che nacque la cosiddetta Scienza Moderna.
L’età del Medioevo molte volte è stata descritta come il periodo buio della storia dell’umanità: in un certo senso ciò è vero, ma è proprio in questo periodo che la cultura Occidentale, privata dai grandi testi degli antichi filosofi, rivede la luce. La prima lingua che la filosofia ha parlato, dopo il greco, è quella araba ed è proprio grazie agli intellettuali Arabi (come Avicenna, Averroè, Avicebron) che nel IX secolo sono stati tradotti i testi antichi e sono stati riportati nel Vecchio Continente.
Da un punto di vista filosofico questo periodo è stato di grande produzione, basti pensare che la filosofia stessa divenne oggetto d’insegnamento pubblico, ed è proprio nel Medioevo che nacquero le prime Università. Da un punto di vista scientifico come è noto si adottò come paradigma il sistema geocentrico, molto diffuso nel mondo antico. Il sistema in questione fu ben accetto dalla Chiesa Cattolica poiché permetteva di stabilire l’essere umano al centro dell’universo, ma è proprio questo fatto che come è spiegato nella “Fenomenologia dello Spirito” di Hegel che l’uomo incomincia a pensare in maniera autonoma e sempre più distaccato da quei dogmi religiosi.
Giordano Bruno, Niccolò Copernico e il pensiero libero
La visione del mondo inizia a cambiare intorno al ‘500, prima con le idee mistiche di Giordano Bruno, il quale credeva che la natura fosse una realtà perennemente vivente e che il suo Dio fosse l’anima del mondo. Un intellettuale come Bruno evidenzia come il pensiero in quel periodo si muovesse verso una laicità. Giordano Bruno per le sue idee venne ucciso il 17 Febbraio del 1600, ma quei piccoli mattoni inseriti da lui e dai filosofi del suo tempo permisero nel 1600 la Rivoluzione Scientifica e la nascita del Metodo Scientifico, nuovi paradigmi stavano avanzando.
Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere s’illuderà di aver vinto.
[Giordano Bruno]
Niccolò Copernico, nel 1534, confuta il trattato De revolutionibus arbium coelestium, cioè mise in discussione la centralità della terra nell’universo. La variazione più importante che Copernico apporta al sistema tolemaico è l’eliocentrismo, egli capì che la terra dovesse girare intorno al sole e che quest’ultimo fosse al centro dell’universo. Copernico però non abbandonò totalmente le credenze aristoteliche, come il fatto che l’Universo appaia come finito e chiuso nella sfera delle stelle fisse, che i movimenti dei corpi celesti siano circolari e che le sfere cristalline non siano soltanto orbite ideali, ma enti reali.
Galileo Galilei e la nascita del metodo scientifico
Gli studi sui pianeti continuarono con Keplero e poi un giorno del 1564 a Pisa nacque un certo Galileo Galilei. Galilei inizialmente studiò medicina all’università di Pisa ma nell’arte medica non mostrò mai alcun interesse. Iniziò allora a studiare la matematica sotto la guida di Ostilio Ricci e cominciò da quel momento a compiere osservazioni fisiche.
Nel 1609 gli giunse voce che degli “occhialai” olandesi avevano costruito un “occhiale” che rendeva visibili oggetti lontani, realizzò egli stesso un simile strumento e con esso compì le osservazioni astronomiche illustrate nel “Sidereus Nuncius” del 1610. L’utilizzo del cannocchiale ha permesso a Galilei di scoprire l’esistenza, oltre ai pianeti già conosciuti, di altri quattro pianeti satelliti di Giove battezzati “medicei”.
Il cannocchiale di Galilei riuscì a confermare le teorie Copernicane e quindi permise di far cadere per sempre il sistema Tolemaico. Purtroppo in questo periodo il potere della Chiesa era ancora molto dominante e la scoperta che il mondo non fosse più al centro dell’universo divenne uno scandalo che catapultò Galilei in uno scontro con il potere ecclesiastico.
Nel 1616 la Chiesa dichiarò che la dottrina copernicana era “falsa ed erronea” e ordinò a Galileo di non “difendere” più questa dottrina. Lo scienziato accondiscese. Un secondo scontro venne alla luce dopo che Galileo pubblicò nel 1632 “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, e il Papa, che inizialmente era un caro amico di Galilei, notò che l’opera era ben vista dalla gente poiché trattava argomenti convincenti a sostegno della teoria Copernicana; allora accusò il filosofo di non aver ottemperato al decreto del 1616.
Galilei venne condannato agli arresti domiciliari a vita e gli fu ordinato di rinnegare pubblicamente il copernicanesimo. Per la seconda volta Galileo accondiscese. Prima della sua morte avvenuta nel 1642, esattamente 4 anni prima, la sua ultima opera venne portata clandestinamente in Olanda “Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze”: fu proprio quest’ultima a segnare la nascita della fisica moderna. Galileo rimase per tutta la sua vita un fedele cattolico, ma la sua fede nell’autonomia della scienza non fu mai soffocata.
Alla Granduchessa che gli chiede se la teologia possa ancora essere la regina delle scienze, egli risponde che ciò è possibile se si assume come parametro di giudizio l’eccellenza dell’oggetto, essendo l’oggetto della Teologia senza alcun dubbio il più elevato di tutti, ma impossibile se invece a tale titolo si intende seguitare ad autorizzare un’ingerenza della Teologia in tutti i campi d’indagine scientifica.
[Lettera di Galilei a Cristina di Lorena 1615]
Le teorie di Copernico,come si è detto, vennero finalmente confermate grazie allo studio sperimentale di Galilei. Il Metodo scientifico aveva preso finalmente forma e corpo, da lì in poi la visione del mondo è cambiata per sempre. La strada da fare è ancora incommensurabilmente lunga ma l’approccio allo studio della realtà iniziato quasi 456 anni fa è rimasto lo stesso.