Come facevano gli antichi greci a sapere che la Terra è tonda?
Che la Terra sia sferoidale lo sappiamo da millenni. Aristotele lo notò tramite le eclissi lunari. Copernico, Newton e Galilei elaborarono modelli per la gravità da cui la sfericità scaturisce naturalmente. Eppure negli ultimi secoli qualcuno ha cercato di mostrare il contrario.
La sfericità della Terra pone le sue radici nell’antico mondo greco. Già nel 340 a.C. Aristotele scrisse il trattato Sul Cielo, sostenendo la tesi che la Terra fosse sferica e non piatta. Aristotele nell’osservare le eclissi di luna scoprì infatti che esse siano causate dall’interposizione della Terra fra il Sole e la Luna stessa:
quando si verifica questo allineamento, cioè, la Terra copre con la propria ombra la luna, eclissandola. [Aristotele – Sul Cielo]
L’ombra della Terra sulla Luna è sempre circolare e ciò implica la sua sfericità. Aristotele, basandosi sulle sue osservazioni, pensò che la Terra fosse immobile e che la Luna e il Sole le ruotassero intorno.
C’è anche un altro semplicissimo esperimento che venne elaborato nel mondo greco. Come riporta Stephen Hawking nel suo La Grande Storia del Tempo, per sostenere la sfericità della Terra i greci svilupparono un esperimento tanto semplice quanto efficace:
Se la Terra fosse piatta, quando una nave si avvicina dall’orizzonte dovrebbe apparire inizialmente come un minuscolo puntino informe; poi, man mano che avanza, dovremmo essere in grado di individuarne sempre più dettagli, come le vele o lo scafo. le cose, però, non stanno affatto così. Quando una nave compare all’orizzonte, la prima cosa che vediamo sono infatti le sue vele, e solo in un momento successivo possiamo scorgerne anche lo scafo. [La Grande Storia del Tempo – Stephen Hawking]
Copernico, Galilei e Newton
Nel 1514 Niccolò Copernico, propose un modello alternativo; la sua idea rivoluzionaria si basava sul fatto che non erano il Sole e i pianeti a ruotare intorno alla Terra, ma fosse quest’ultima con i pianeti a ruotare intorno al Sole, e che esso fosse situato al centro del sistema solare. Nel 1609 Galileo Galilei, con l’utilizzo di uno strumento appena inventato – il telescopio – confermò l’esattezza delle teorie di Copernico.
Solo nel 1687 si riuscì a trovare l’autentica spiegazione dei movimenti, cioè quando Isaac Newton pubblicò quella che, probabilmente, è stata la più grande opera scritta nel campo delle scienze fisiche: Philosophiae Naturalis Principia Mathematica. In quest’opera egli presentò la legge secondo la quale i corpi tendono a rimanere in uno stato di quiete finché una forza non agisce su di essi. Quindi il movimento per Newton doveva essere causato da questa forza che prese il nome di forza di gravità. Ed è proprio la forza di gravità, a causa della sua proprietà di forza centrale, a rendere necessaria la sfericità della Terra.
Ma quindi, se già in antichità sapevamo che la Terra è un globo, come si è arrivati a parlare di una Terra piatta?
Breve storia della Terra piatta
Nonostante le semplici e lampanti prove, sia teoriche che osservative, qualcuno decise di provare a dimostrare il contrario. Nel 1885 l’autore inglese William Carpenter pubblicò la sua tesi intitolata Cento Prove che la Terra non è un Globo. Egli sfruttò la testimonianza di aeronauti, i quali tramite l’utilizzo di mongolfiere non riuscivano a vedere la sfericità della Terra. Questa prova, tuttavia, è fallace, perché le mongolfiere non raggiungevano altitudini sufficienti per vedere a occhio nudo la curvatura terrestre.
Prima di Carpenter questa “teoria” fu abbracciata da Samuel Birley Rowbotham, inventore e scrittore inglese, il quale nel 1849 pubblicò un opuscolo di 16 pagine con il titolo Astronomia Zetetica: la terra non è un Globo. Il suo modello descriveva la Terra come un disco piano, il polo Nord al centro mentre quello Sud costituito dalla circonferenza del cerchio.
Nel 1956 un membro della Royal Astronomical Society, Samuel Shenton fondò la Flat Earth Society. Proprio in quegli anni arrivarono le prime immagini del nostro pianeta dallo spazio da parte della Nasa, foto che per Shenton non erano altro che un inganno anche per l’occhio esperto.
Nel corso degli anni ’90 il movimento terrapiattista era quasi scomparso, poi con l’avvento di internet e dei social network queste idee ricominciarono a girare. Questo fenomeno ha preso piede anche in Europa e in Italia (la “Flat Earth Society” conta più di 213 mila seguaci su Facebook).
Neil de Grasse Tyson, astrofisico e direttore del planetario di New York, parlando di queste nuove forme di idee ha espresso un concetto molto importante:
A mio parere, il fatto che i terrapiattisti siano in aumento è segno di due cose. La prima è che viviamo in un Paese che protegge la libertà di parola. Ma la seconda è che viviamo in un Paese con un sistema educativo inefficace. [Neil deGrasse Tyson]
Fonti:
“Il Cielo” – Aristotele
“La grande storia del tempo: guida ai misteri del cosmo” – Stephen Hawking, Bur Rizzoli editore