Il Circolo di Vienna e il Neo-positivismo
Nel primo Novecento, nel cosiddetto Circolo di Vienna, nacque il pensiero Neo-positivistico, la nuova concezione della conoscenza nata nell’impero Austro-Ungarico e in varie parti dell’Europa, fu destinata a sbarcare anche negli Stati Uniti.
La storia del primo novecento si distinse per le grandi scoperte scientifiche e significativi cambiamenti politici; questi fatti hanno cambiato per sempre il pensiero contemporaneo. La conoscenza in quegli anni vide il suo massimo splendore. Oltre alla Scienza, la Filosofia fu molto attenta a cogliere il mutamento degli eventi: si cercò, attraverso lo studio del linguaggio scientifico, di costruire una logica linguistica che potesse verificare la correttezza di tale discorso. Nelle strade della capitale Viennese le idee dei filosofi della Scienza cominciarono a vedere la luce, in un clima di grandi cambiamenti culturali.
Prima di approfondire il fulcro delle discussioni epistemologiche nate nel Circolo di Vienna, è interessante dare uno sguardo al clima respirato a Vienna nei primi anni del secolo scorso. L’arte e la letteratura sbocciarono in contrasto alla crisi dell’Impero Austro-Ungarico; molti architetti svilupparono idee per moderni centri urbani; in campo artistico, l’espressionismo prese corpo e in questa città fiorirono le più belle opere di pittori come Egon Schiele, Oskar Kokoschka, Klimt.
Questi artisti traevano, dalla teoria dell’inconscio di Freud, l’ispirazione per creare la loro arte. Vienna era una città multi-culturale, personaggi passati alla storia calpestarono le strade della capitale. Un giovane Adolf Hitler, a quel tempo studente all’Accademia delle Belle Arti, rimase impressionato, in senso negativo, proprio dalla varietà di culture caratteristiche della città. La nuova corrente filosofico-scientifica prese vita proprio in quelle strade.
La nascita del pensiero Neo-Positivistico
Il pensiero neo-positivistico, formatosi all’interno del Circolo di Vienna, pose le sue radici negli studi e nelle analisi delle filosofie di Ernst Mach, Wittgestein e Russell.
I tre intellettuali si differenziarono nei campi di studio: Mach nel 1886 pubblicò l’opera “Contributi all’analisi delle sensazioni” e affermò l’esistenza dei soli enti percettibili (da qui il nome di “Fenomismo”). Anche se la sua dottrina ebbe un forte impatto sulla scienza, contribuendo all’eliminazione dei pensieri metafisici, si scontrò con molti studiosi del secolo, come Boltzmann e Einstein, poiché concepiva un’idea antiatomista.
Wittgestein e Russell si concentrarono, invece, sulle costruzioni dei linguaggi logico-matematici. Successivamente da quegli studi si delineò quella costruzione di pensiero, culminata nell’importante “Congresso internazionale di filosofia Scientifica” svoltosi a Parigi nel 1935.
Il fondatore del Circolo di Vienna fu il fisico e filosofo Moritz Schlik; egli intorno al 1923 organizzò dei seminari nella capitale austriaca, coinvolgendo studiosi di varie discipline come la Fisica, la Matematica e la Filosofia. I primi a partecipare a queste discussioni, furono il matematico Hans Hann, il logico e matematico Friedrich Waissman, il fisico Philip Frank, il filosofo e sociologo Otto Neurath e il filosofo Herbert Heigl.
In un secondo momento questi seminari presero il nome di “Associazioni di Ernst Mach” e culminarono nel famoso “Circolo di Vienna”. Le voci si sparsero per il paese e ben presto nuovi studiosi si avvicinarono a questo nuovo movimento, tra i quali il matematico Kurt Godel, il giurista Hnas Kelsen e i filosofi Rudol Carnap, Gustava Bergmann e, da distante, Karl Popper.
Da Vienna il pensiero varcò i confini e si affermò anche nella capitale tedesca; a Berlino, nel 1928, il filosofo Hans Reichenbach organizzò “La società per la filosofia empirica”. Le discussioni epistemologiche, sviluppate da questi due centri, trovarono il loro punto di contatto nella rivista “Erkenntnis” (Conoscenza), in cui vennero pubblicati le più significative analisi in campo filosofico-scientifico. Le dottrine neo-positivistiche, anche se si differenziarono in alcune concezioni , si accomunarono in diversi punti:
- “Le uniche proposizioni che hanno senso sono quelle verificabili
- L’unica attività conoscitiva per eccellenza è la scienza perché si fonda sulla verifica
- Le proposizioni della metafisica sono senza senso perché non sono verificabili
- Le proposizioni valide devono essere distinte in tautologiche (proposizioni della matematica) e verità di fatto (proposizioni della fisica)
- La filosofia non è una scienza ma un’attività chiarificatrice”.
Il Padre del Circolo di Vienna
In Moritz Schlik, padre fondatore del circolo, si fece forte quella dottrina rivendicata come Realismo. Il suo “Principio di verificazione” fece da mediatore tra le teorie di Ernst Mach (il dato di fatto) e Wittgestein (studio linguistico per determinare la correttezza di una proposizione):
Stabilire il significato di un enunciato equivale a stabilire le regole secondo cui l’enunciato va usato; e questo, a sua volta, è lo stesso che stabilire la maniera in cui esso può essere verificato (o falsificato) . Il significato di una proposizione è il metodo della sua verificazione.
Il significato di una proposizione, secondo il fisico, si poggia sui dati dell’esperienza che danno significato all’enunciato. Ogni proposizione che rappresenta un fenomeno concreto viene chiamata dal fisico “Definizione Ostensiva”. Il padre fondatore del Circolo di Vienna interpretò la filosofia, come un mezzo chiarificatore della scienza; lo studio tracciato venne intrapreso da altri intellettuali.
Il professor Schlik venne assassinato nel 1936 da una fanatico nazista, non convinto delle sue idee. Il giovane venne arrestato, ma nel 1938 la Germania annesse l’Austria con la conseguente scarcerazione dell’assassino. Il periodo storico non era dei migliori, dopo l’uccisione di Moritz Schlik, molti intellettuali del Circolo di Vienna si trasferirono in America, e qui incontrarono studiosi di filosofia e scienza che avevano iniziato a promuovere l’unificazione del sapere scientifico. Nel 1938 Carnap, Neurath e Morris pubblicarono il primo programma dell'”Enciclopedia per la Scienza Unificata”, nel quale si cercò, appunto, di unificare il sapere su basi scientifiche.