Mars Hope: i dettagli della missione araba in arrivo su Marte
Emirates Mars Mission è la prima missione interplanetaria degli Emirati Arabi Uniti che sta portando in orbita attorno a Marte il satellite Al Amal, Mars Hope. Grazie ai suoi strumenti scientifici permetterà di monitorare e approfondire la meteorologia e la climatologia del Pianeta Rosso.
Marte di questi tempi fa gola un po’ a tutti, è il principale campo di prova per qualunque potenza spaziale del mondo, il prossimo traguardo esplorativo dell’umanità. La strada per arrivarci è però fatta di una moltitudine di missioni spaziali più o meno sofisticate che puntano a diversi obiettivi scientifici, tecnologici e politici.
Al Amal, Mars Hope, non è una missione particolarmente originale dal punto di vista tecnologico o per obiettivi scientifici, ma è importante perché segna la nascita di un nuovo protagonista nel panorama spaziale attuale, gli Emirati Arabi Uniti.
Lanciata il 19 luglio 2020 e con inserimento in orbita previsto per il 9 febbraio 2021, la sonda Mars Hope è un orbiter che per almeno un anno marziano (quasi due anni terrestri) studierà il clima e la meteorologia di Marte. Lo farà con tre strumenti scientifici, il minimo essenziale per il monitoraggio atmosferico: una camera e due spettrometri.
Gli strumenti di Mars Hope
Emirates Exploration Imager è una camera ad alta risoluzione in grado di ottenere un dettaglio sulla superficie fino a 8 chilometri con filtri alle frequenze visibili e ultraviolette.
Emirates Mars Infrared Spectrometer (Emirs) è uno spettrometro infrarosso pensato per lo studio del ghiaccio, della polvere, della temperatura e del vapor d’acqua nell’atmosfera marziana. L’obiettivo principale è lo studio degli scambi di energia che avvengono nell’atmosfera e che guidano la sua dinamica globale. Lo strumento è dotato di uno specchio rotante che gli permetterà di ottenere delle scansioni di Marte ad ampia scala.
Emirates Mars Ultraviolet Spectrometer è la sua controparte ultravioletta pensata per il monitoraggio delle specie chimiche negli strati più alti dell’atmosfera, al di sopra dei 100 chilometri di altitudine. Tra queste, particolare è l’interesse per l’idrogeno e l’ossigeno, molecole che anno anno dopo anno si disperdono nello spazio interplanetario causando una continua riduzione di gas nell’atmosfera. Questo fenomeno, la perdita di gas, ha portato Marte da un lontano passato in cui presentava una condizione climatica simile a quella terrestre al presente pianeta arido e con un’atmosfera sottilissima.
La sonda Mars Hope
Gli strumenti di Al Amal si trovano su un satellite cubico da 1350 chilogrammi nelle dimensioni di un’automobile, è dotato di due pannelli solari da 900 watt e di un’antenna da un metro e mezzo per le comunicazioni con la base a Terra, che avviene tramite Deep Space Network della Nasa.
Al Amal in effeti è per buona parte di fattura statunitense: la guida è del Mohammed bin Rashid Space Centre di Dubai, ma lo sviluppo e l’assemblaggio della sonda è stato effettuato al Laboratory for Atmospheric and Space Physics del Colorado con il supporto dell’università della California e dell’Arizona.
L’inserimento in orbita di Mars Hope
L’inserimento in orbita attorno al pianeta rosso di Mars Hope dovrebbe avvenire il 9 febbraio 2021 attorno alle 16:41 nostrane.
I motori che saranno utilizzati nella manovra di cattura sono già stati usati nel corso del viaggio per alcune piccole manovre di correzione orbitale, ma se si esclude il lancio, si tratta della manovra più critica dell’intero viaggio, in cui un errore nelle tempistiche di accensione dei motori può significare mancare il bersaglio, oppure prenderlo in pieno schiantandosi.
L’orbita finale, che verrà raggiunta alcuni mesi dopo l’inserimento di martedì, sarà compresa tra 28.000 e 43.000 chilometri di altitudine, una distanza ideale per osservare frequentemente il pianeta in maniera integrale, un compito che Hope prospetta di eseguire ogni nove giorni.