Einstein scrive a Michele Besso
In questa lettera, Einstein scrive a Michele Besso, amico che lo aiutò nelle sue ricerche sulla Relatività. La lettera è incentrata sull’influenza che ha avuto Ernst Mach sul suo pensiero.
La Lettera
“Il fatto è che Mach ha esercitato una grande influenza sulla nostra generazione attraverso i suoi scritti storico-critici… Concetti che si sono dimostrati utili nell’ordinare le cose ottengono facilmente un’autorità su di noi che dimentichiamo le loro origini terrene e le accettiamo come dati inalterabili. Così vengono etichettati come “necessità di pensiero”, “dati a priori”, ecc.
Il sentiero del progresso scientifico è spesso reso impraticabile per lungo tempo a causa di questi errori. Per questa ragione, non è affatto un gioco inutile se ci abituiamo ad analizzare i lunghi concetti comuni e ad esibire quelle circostanze in base alle quali la loro giustificazione e la loro utilità dipende da come sono cresciuti, individualmente, dai dati dell’esperienza.
In questo modo, la loro fin troppo grande autorità verrà infranta. Verranno rimossi se non possono essere adeguatamente legittimati, corretti se la loro correlazione con le cose date per assodate è davvero superflua, sostituiti da altri se può essere stabilito un nuovo sistema che preferiamo per qualsiasi motivo.”
Einstein, 1916
Interpretazione
Einstein spiega a Besso che gli scritti di Mach lo hanno aiutato ad osservare con spirito critico concetti che generalmente accettiamo come dati inalterabili. Perché usandoli quotidianamente come strumenti li eleviamo al punto da etichettarli come necessari e dati a priori; e questo non fa altro che limitare o persino bloccare il progresso scientifico.
Per questo motivo Einstein considera fondamentale analizzare questi concetti, stabilendo quali sono le circostanze che li rendono validi.
In questo caso, Einstein si riferisce proprio a concetti utili nella meccanica classica, come quello di sistema di riferimento assoluto e delle trasformate galileiane. Questi erano la base con cui si cercava di descrivere, ad esempio, un sistema di riferimento privilegiato nell’Universo, che per motivi più legati alla tradizione, che scientifici, coincideva con il Sole. Quindi identificando un punto fisso, sarebbe stato possibile descrivere qualsiasi moto rispetto ad esso. Concetti che sono anche alla base di Spazio e Tempo assoluti.
Nell’ultimo paragrafo Einstein si riferisce a concetti da rimuovere, come l’Etere Luminifero. Era nato dalla necessità di descrivere il mezzo in cui la luce, intesa come onda, ne sarebbe stata la perturbazione. E’ stato rimosso perché non è stato adeguatamente legittimato (cioè legittimato attraverso osservazioni sperimentali).
Corretti, come nel caso delle trasformate galileiane (e di conseguenza tutta la meccanica classica) e di sistema di riferimento assoluto. Concetti che ancora usiamo con la consapevolezza di descrivere fenomeni lontani dalle condizioni per cui si possono osservare limiti relativistici, e quindi non più idonei.
Ed infine concetti Sostituiti, come nel caso di spazio e tempo assoluti, sostituiti con spazio e tempo relativi e le relative trasformate di Lorentz in ambito relativistico.
In copertina: Einstein e Besso. Fonte: Gazzetta Filosofica
Approfondimenti
Abbiamo già affrontato il Principio di Mach nel seguente articolo:
E qui l’evoluzione del concetto di Spazio: